In linea generale qualsiasi fiume è in grado di produrre energia, ma sfruttare il fiume Olona dalle acque maleodoranti per alimentare turbine in grado di produrre energia verde potrebbe essere una buona idea.
Tecnicamente il fiume Olona si presta benissimo a questo tipo tecnologia in quanto necessita di portata d’acqua e sbalzi contenuti.
Questo principio è alla base dell’idroelettrico, una tecnologia magari poco sofisticata ma di certo assai efficace e molto “green”. (preso da infobuildenergia)
Se ai più è noto il ricorso all’energia idraulica prodotta attraverso l’ausilio di enormi dighe, forse è meno conosciuta la sua applicazione su scala ridotta, in grado di sfruttare corsi e salti dalla portata d’acqua più contenuta.
Stiamo parlando dunque del microidroelettrico che comprende impianti di potenza inferiore ai 100 kW. Nella stessa categoria si può inserire l’ancora più ridotto Pico idroelettrico, che comprende impianti di potenza inferiore a 5 kW, con utilizzi di salti di pochi metri d’acqua e con un minimo di 0,5 litri d’acqua al secondo.
Per avere un’idea di cosa stiamo parlando vediamo di capire cosa consuma in media una famiglia di quattro persone: circa 2700 kWh all’anno con una potenza impiegata di 3 kW di potenza al contatore. Per una spesa di circa 600 euro/anno. ( 1 kWh= 3600 x W/1000= 3,6 x W)
Il microidroelettrico soddisfa generalmente le necessità di piccole comunità, fattorie, singole famiglie, o piccole imprese.
Il funzionamento di un impianto non è troppo complicato. L’energia posseduta dalla corrente di un corso d’acqua aziona infatti una turbina idraulica in grado di trasformare l’energia potenziale o cinetica in energia meccanica, la quale consente di alimentare un alternatore che la trasforma in energia elettrica. Per gli impianti di dimensioni molto ridotte (2-3kW), la turbina, che è il componente principale dell’impianto, può alloggiare direttamente nel corso d’acqua, mentre per gli impianti di dimensioni più grosse si utilizzano apposite opere civili che prelevano parte dell’acqua dalla corrente del corso, che viene poi restituita in un punto più a valle, dopo aver attraversato la turbina.
Questo tipo di tecnologia comporta numerosi vantaggi per chi lo realizza. Anzitutto non prevede investimenti cospicui consentendo anche un veloce ritorno dall’investimento, inoltre gode dei benefici derivanti degli incentivi previsti per la produzione da fonti rinnovabili. Non solo: anche dal punto di vista ambientale la realizzazione di un impianto microidro è da considerarsi piuttosto utile. Consente, generalmente, un miglioramento delle condizioni idrogeologiche del territorio e soprattutto produce energia senza inquinare.
Indicativamente la spesa per un impianto micro idroelettrico varia dai 1500 ai 3000 €/kW installato.
Chissà se qualche Comune penserà a questa soluzione?