Sergio Scipioni ha 18 anni quando si arruola nella Guardia di Finanza e dopo il corso di allievo finanziere viene assegnato alla caserma sul Ceresio, al confine con la Svizzera. Originario di Rocca Sinibalda, in provincia di Rieti, Sergio proviene da una famiglia umile, di quelle che vivono del lavoro dei campi e in cui un paio di scarpe nuove viene accolto come un regalo bellissimo. Quando non aiuta il fratello nei campi, il padre trascorre gran parte della stagione invernale a Roma, dove lavora come fuochista per vari condomini della capitale. Abituato a vivere all’aria aperta, tra boschi e animali, Sergio vede i luoghi e i volti dell’infanzia modificarsi in quel turbinio affannato che sono l’Italia del dopoguerra e del boom economico. L’infanzia lascia posto all’età adulta e il lavoro di finanziere, unito ad un’innata curiosità, lo portano a incontrare persone, visitare luoghi, ascoltare molte storie sorprendenti e viverne altrettante in prima persona. A Sergio appartengono lo sguardo acuto dell’osservatore e la pazienza di chi sa ascoltare: attraverso le sue parole di ‘cacciatore di storie’ prendono vita contrabbandieri, passatori e viaggiatori di ogni età…
Il nuovo libro di Sergio Scipioni si colloca a metà tra l’autobiografia e la raccolta di racconti. Questi ultimi sono divisi in tre nuclei tematici ̶ Passatori, Contrabbandieri e Racconti – in cui non è necessariamente seguita una coerenza temporale. Se infatti in Passatori l’autore ormai adulto riporta le vicende di coloro che durante la Seconda guerra mondiale si incaricavano di far oltrepassare illegalmente il confine italoelvetico agli ebrei, Contrabbandieri è incentrato sull’età giovanile trascorsa nella Guardia di Finanza. Racconti è invece un insieme di aneddoti provenienti da diverse fasi della vita dell’autore, facenti riferimento alla vita in campagna, ai viaggi a Roma, agli anni del collegio, o ancora al pensionamento. Due cose rimangono impresse dopo aver letto questo libro. La prima è sicuramente la dignità narrativa con cui i fatti, anche quelli più drammatici, vengono riportati. In Scipioni non trovano spazio effetti teatrali o la lacrima a tutti i costi. Al contrario, in ogni racconto traspaiono umanità e comprensione persino per le situazioni più complesse, o per quei personaggi che comunemente si potrebbero definire ‘i cattivi’. La seconda cosa a colpire è invece la voce dell’autore. Leggendo di cani eroici, inseguimenti in auto, appostamenti e torte ai canditi, si ha l’impressione di essere tornati bambini e di ascoltare quelle storie che solo i nostri nonni sapevano raccontare. Non a caso Scipioni ha già pubblicato sempre per Edizioni dEste Le favole di nonno Sergio (2013) e Le api contrabbandiere e altre favole di nonno Sergio (2015). A riprova del fatto che, sebbene adulti, i migliori insegnamenti di vita ci arrivano sempre grazie alle favole. (Scritta da: Serena Ugolini per Il Mangialibri)
I SUOI ROMANZI
Storie di confine e di contrabbando
Sergio Scipioni tratteggia episodi legati al contrabbando. Frammenti di un passato non così lontano, quando quest’attività serviva anche per sbarcare il lunario e tirare avanti. In alcuni racconti, l’introspezione porta a conoscere meglio sia la figura del contrabbandiere che quella del finanziere: giovani militari malpagati, inviati lontano da casa, con tutti i disagi e le difficoltà che comportava. La fascinazione delle storie di frontiera lega il lettore ai luoghi, ai personaggi, agli aneddoti avventurosi o sventurati che trasudano aneliti di vita. La semplicità piana, la sincerità cristallina della scrittura, favoriscono una narrazione sensoriale a tratti filmica, caratteristica che solo i grandi scrittori possiedono. Storie di confine e di contrabbando è una raccolta di racconti che spiazza, sorprende, tiene col fiato sospeso.
Caini e spalloni. Storie di finanzieri, contrabbandieri e cani
Passatori, contrabbandieri e altri racconti
Diciannove racconti che ripercorrono, a ritroso, l’autobiografia dell’autore e le stagioni della vita di ognuno. Due età si confrontano, in particolare: quella del candore del bambino di campagna, delle origini radicate nel cuore del cuore dell’Italia contadina e lavoratrice degli anni ’50, e quella della maturità di uomo realizzato, perfettamente a suo agio negli incantevoli paesaggi di Brusimpiano e dintorni, che hanno accolto l’autore quando cominciò da allievo la sua carriera nella Guardia di Finanza. In mezzo la vita di tutti i giorni, che a saperla guardare con curiosità e con il cuore aperto, non è mai ordinaria. Tutt’altro. Ricordi di un’infanzia semplice e sana, trascorsa in una terra fiera e bellissima, fra persone piene di dignità e alla luce di valori saldi, che non tramontano. Impressioni di una giovinezza presto sfumata nell’età adulta, quando il lavoro porta il protagonista lontano dai luoghi natii. Aneddoti attinti alle quotidiane avventure del finanziere alle prese con i personaggi del contrabbando romantico, e ai racconti di passatori, fuggitivi e migranti di ieri e di oggi.
Questo libro contiene cinque favole scritte da Sergio Scipioni per i suoi nipoti. Alcune sono ambientate sulla sponda italiana del Ceresio (lago di Lugano) e nei boschi circostanti, dove il panorama è incantevole e magico e dove Scipioni vive da ormai più di quarant’anni. Per altre ha trovato ispirazione dai suoi luoghi di origine, le montagne dell’Italia centrale, dove suo nonno faceva il carbonaio. “Ricordo con tanto piacere e un po’ di nostalgia quando, prima di andare a dormire sopra un giaciglio di felci e foglie secche, davanti al camino acceso e un piccolo lume a petrolio mio nonno mi raccontava una favola per farmi addormentare. Poche volte, per la verità, riuscivo ad ascoltarla tutta perché, stanco della lunga giornata, mi addormentavo subito. Era un momento magico, che non ho più dimenticato. Quella favola l’ho riportata su questo libro. Adesso i bambini leggono le fiabe sui tablet e nelle case ci sono lampadari con cento lampadine che illuminano a giorno. Vi posso però assicurare che ascoltare il nonno raccontare le favole vicino a quel caminetto e quel piccolo lume a petrolio, lassù in montagna, era davvero bello”
Magnalardo. Mestieri, usanze e ricette di cucina del passato
In un afoso pomeriggio di una domenica di luglio del 1980, il caldo appiccica la divisa addosso e in caserma sono di turno il maresciallo Speroni e il finanziere Careddu, detto Nòcciolo. Una visita inaspettata interrompe la monotonia del lavoro d’archivio. Una donna bellissima consegna a Speroni un’agenda in pelle dove il marito, affermato chirurgo estetico, annota i pagamenti che riscuote in nero. Gemma Stankovic vuole così vendicarsi dell’infedeltà del consorte. Inizia così l’indagine della Guardia di Finanza per dipanare l’intricato groviglio che si cela fra le righe di quei clandestini appunti. Fra Porto Ceresio, Milano e la Svizzera, con Speroni e Nòcciolo indagheranno il loro capitano, Alex Ponzi, e Il Cobra, aitante agente aggiunto. Dietro quel “nero” c’è ancor più nero. Indistricabile e contagioso. Solo ventisei anni dopo, in un’altrettanto torrida estate, anche le radici più profonde della vicenda saranno quasi completamente portate alla luce. Quasi. Perché il gorgo implacabile del male ha inghiottito per sempre l’ultimo oscuro pezzo di verità.