Sara Magnoli, giornalista professionista, ha mosso i primi passi nel mondo dell’informazione giovanissima con la direzione di Indro Montanelli prima a “Giornale” e poi a “La Voce”. Scrive romanzi per adulti e per ragazzi, prediligendo, il senso del giallo. Il suo “Se un cadavere chiede di te” ha vinto la sezione ebook del premio Garfagnana in Giallo del 2015 e ha ottenuto una menzione di merito al Premio Il Picchio San Giuliano Milanese. “Se il freddo fa rumore” si è classificato secondo nella sezione editi alla prima edizione del premio Milano International 2017. Ha ottenuto il premio speciale dell’associazione culturale “L’Aringo” alla seconda edizione del premio Essere Donna Oggi 2017 di Gallicano (Lucca) ed è stato insignito di una menzione d’onore al Premio Alda Merini di Imola e al Premio Città di Cattolica nel 2018. Vincitore del Premio Albori di Vietri sul Mare (Sa) nel 2018 nella sezione noir. Numerosi suoi racconti sono stati finalisti o si sono classificati fra i premiati in diversi concorsi nazionali ed internazionali. Ama la musica, il teatro, il cinema, l’arte, i libri, la pizza, il gelato, il Lambrusco (anche se è astemia)le crescentine e tutto ciò che vi assomiglia, la pastiera, gli spaghetti al pomodoro (al dente).
Intervista a Sara Magnoli di : VARESENEWS
Il romanzo giallo conquista sempre più gli italiani, basta andare in qualunque libreria o biblioteca per trovare ogni volta più titoli. E a fianco ai grandi classici, a fianco dell’onda scandinava (cresciuta sull’onda del successo di Stieg Larsson), c’è anche lo spazio sempre più ampio guadagnato dal giallo italiano, con un numero di autori crescente e ambientazioni che attraversano e raccontano un po’ tutta l’Italia. Tra i protagonisti in provincia di Varese c’è Sara Magnoli, premiata anche in alcuni festival italiani (a Garfagnana in giallo tra i vincitori c’era anche Emiliano Bezzon, samaratese e comandante della Polizia Locale di Varese).
Il giallo sta vivendo un momento di particolare fortuna. Perché?
Il giallo ha sempre avuto successo, credo – per quello che vedo, che leggo e che viene pubblicato – che il giallo italiano stia vivendo un ottimo periodo. Grazie soprattutto a degli scrittori che sanno scrivere bene il giallo: abbiamo veramente dei libri che non sono semplicemente il dispiegarsi di un mistero e di un’indagine, ma che sanno essere pagine di poesia. Gli stessi Biondillo e De Giovanni, oggi a Gallarate, sono esempio: De Giovanni nei suoi interludi apre degli spaccati descrittivi di straordinaria dolcezza su Napoli , Biondillo con uno stile più diretto offre uno sguardo su Milano che te la aprono davanti agli occhi.
E ancora i bolognesi: Katia Brentani, Lorena Lusetti, Roberto Carboni, Fabio Mundadori, dico i più recenti di una Bologna capitale del giallo, già con Macchiavelli e Lucarelli. Alessandro Reali dipinge il paesaggio pavese. E ancora Valerio Varesi, Roberto Van Heugten, Gino Marchitelli, Piera Carlomagno e Lucia Ingrosso. Nei loro libri danno sì la vicenda del giallo, ma anche pagine di grande letteratura. Questo è bello, perché il giallo è sempre stato letteratura del popolo, che raggiunge il poplo, forse perché offre quel che il popolo cerca, anche di profondo: ora che la scienza sembra poter spiegare tutto, poter indagare la psicologia dietro un comportamento o un crimine è interessante per ognuno. Il periodo è fortunato: abbiamo avuto una buona scuola, fin da Scerbanenco, ora sta prendendo sempre più piede».
Crescono anche i festival…
«Attraverso i festival si conoscono gli autori, ma si scoprono anche vere e proprie chicche di autori che non si possono ridurre ad autori locali, anche se ambientano le vicende in contesti magari molto ristretti»
In questo il giallo conosce una fioritura anche come racconto della provincia italiana o sbaglio?
«Fa conoscere le metropoli, a partire da Milano, ma anche le città di provincia come Bologna e città e più piccole, fino ai paesi, per esempio la Lomellina divenuta così importante. Città e paesi diventano sempre più protagonisti del giallo e non soltanto sfondo: clima, persone e ambienti contribuiscono a creare uno dei personaggi, anche la cronaca quotidiana insegna che l’ambiente conta molto, nei delitti».
Perchè hanno successo i festival del giallo, anche di piccole dimensioni?
«Sono stata invitata e ospite al festival Giallo Ferrara, a Lomellina in giallo e a Rivarone in giallo nel Monferrato: avendoli vissuti dall’interno, ho voluto tornare anche “da esterna”, perché offrono una grande ricchezza di confronti. A Garfagnana in giallo ho vinto nella sezione e-book con Se un cadavere chiede di te: anche lì si conoscono molti autori. Dico: andate a seguirli perché sono interessanti e offrono la possibilità di ascoltare e leggere autori da cui imparare»
Come sei diventata una giallista?
Il primo a dieci anni, sulle pagine di un quaderno di scuola, non so neppure dove sia finito. Tutti abbiamo un sogno nel cassetto, il mio era di fare la serial killer: visto che era troppo pericoloso, ho ripiegato sul giallo. Scherzo: posso dire che indagare i fatti mi è sempre piaciuto, anche il mestiere di giornalista in questo senso è un po’ figlio del lavoro di indagare sui fatti.
Quando hai scritto il primo giallo?
Quello sul quaderno delle elementari o il primo serio? Il primo serio nel 2005, quello che poi è diventato “Se un cadavere chiede di te!, ma poi è rimasto nel cassetto per anni. Il primo pubblicato nel 2013, “Rapina nella villa del silenzio” per ragazzi, “Se un cadavere chiede di te” per gli adulti. Ma anche racconti con sfondo di mistero.
Prossimi tuoi lavori?
«È terminato e in fase di revisione tecnica il secondo capitolo di Se un cadavere chiede di te: seconda puntata delle strampalate avventure in giallo di Lorenza Maj: chissà se torna a fare la gornalista o resta a fare la centralinista, chissà se andrà avanti il suo strampalato amore con Maximilian. C’è comunque una novità importante: se nel primo romanzo non c’era un’ambientazione e una città a cui riferirsi, questa volta avrà un’ambientazione precisa, sarà ambientato tra Busto Arsizio e le “aree delocalizzate” intorno a Malpensa, le case abbandonate che certo ben si prestano al mistero. Tutto inventato, tranne la particolare ambientazione: ho cercato di ricostruire l’atmosfera, di Busto e Gallarate, delle case divenute disabitate, del loro passato dimenticato, il territorio com’era prima.
Sto lavorando poi anche a un libro per ragazzi: una serie di racconti che parte da flash di ricordi di bambini in guerra; dai semplici ricordi della Seconda Guerra fino alle immagini dei conflitti che vediamo oggi. C’è anche un racconto a cui tengo molto: un racconto che parte dal ricordo che ha mio padre di suo zio, che era uno dei Cinque Martiri (giovani partigiani fucilati nell’inverno 1945). È un racconto comunque romanzato, ma meno che in altri episodi: mio padre si ricorda quando andò a trovarlo nella cascina dietro casa, lo vide in mezzo alla neve, mentre aspettava di partire per raggiungere i partigiani».
I ROMANZI
Il cuore in guerra
Noura viene dal Pakistan, vive con la mamma da quando il papà è scappato con un’altra donna – così ha raccontato loro il suo datore di lavoro, l’ingegner Conti. Ha paura di dover lasciare la sua nuova casa e Lorenzo, di cui è innamorata, ricambiata, per i ricatti e le minacce di Rudy, che si è invaghito di lei e che le ha scattato alcune foto compromettenti, anche se lei non ricorda nulla. Questo la spaventa perché teme di star perdendo la memoria come è successo alla sua nonna. In realtà è tutta una montatura creata ad arte da Rudy che ha sciolto della droga nel bicchiere di Noura durante una festa. Ha scommesso con il cugino Attila che la ragazza sarà di “sua proprietà” e per vincere è disposto a tutto, anche a far allontanare la professoressa Cristofori, l’unica che pare aver capito cosa stia accadendo. Ma c’è Lorenzo, nerd, rapper e giocatore di basket, per il quale Noura significa tanto. Il ragazzo non si dà per vinto davanti ai silenzi e alle mezze parole della ragazza e decide di indagare per scoprire la verità. Età di lettura: da 12 anni.
C’è un rito di iniziazione per essere accettato dal gruppo. Il Cobra, capo indiscusso di una gang di minorenni, è stato chiaro ed Elia non può tirarsi indietro. Deve saltare di notte sul balcone di un’anziana donna che vive sola e terrorizzarla fino al punto che la mattina dopo la polizia troverà il suo corpo ai piedi del letto, senza vita. La polizia e la stampa concentrano l’attenzione sul branco di ragazzini e ragazzine che da un po’ effettuano raid di guerriglia urbana, insultando, spaventando e aggredendo. Il padre di Elia non sospetta minimamente che il figlio faccia parte della gang. Ad aprirgli gli occhi sui contrasti interiori che il ragazzo sta vivendo, è un professore un po’ attempato che cerca di comprendere ciò che Elia sta attraversando: da una parte il desiderio di essere accettato dal gruppo di coetanei e dall’altra la paura e l’angoscia per la morte dell’anziana donna di cui si sente responsabile. Ma Elia non è solo e nella difficoltà del momento trova nell’amore per Futura un’ancora a cui aggrapparsi e nell’amicizia con il “baka” una spalla per condividere un segreto difficile da custodire. Età di lettura: da 12 anni.
SE E’ COSI’ CHE SI MUORE
Un volo dal sesto piano di un hotel sul mare e ciò che resta di una splendida modella è un corpo senza vita e un nome. Che però non è il suo. L’inchiesta su quello che sembra solo un incidente diventa presto un’indagine ad alta tensione, dove un terribile traffico di esseri umani si unisce a destini che nascondono sempre qualcosa. A seguirne gli sviluppi da vicino è la giornalista Lorenza Maj; nella città sul mare dove è inviata, ritroverà un vecchio amico in vacanza, il vicequestore Luciano Mauri…
Dark web
da:malpensa24
Vesna è un nome falso. Il nome scelto da Eva, 14 anni, per diventare una influencer da milioni di like. Doom Lad è il nickname di lui: Significa “ragazzo del destino”. Si incontrano su Instagram. Ma Doom Lad cambia veste e nome a seconda delle situazioni. Il web è una ragnatela, dove si trova di tutto: bambini, ragazzine, immagini rubate, orrore. Giovanni Boccaccio non è uno di loro ma finge di esserlo. Rocco d’Antonio, l’ispettore nascosto dietro a uno scrittore del Trecento deve trovare un modo per salvarla. Eva non sospetta quello che c’è dietro i messaggi, le videochiamate e le immagini che scambia con Doom Lad. Prima le foto, poi i video e alla fine l’incontro in hotel. Eva questa volta è da sola, non c’è schermo o famiglia a proteggerla. Doom Lad continua a chiederle foto ed Eva è convinta che lui la voglia solo aiutare a diventare una grande influencer. L’unico amico a cui Eva ha raccontato tutto è Pio che ha paura dei bulli che lo sbeffeggiano in internet e in faccia. L’unico pronto a sfidare il mondo per proteggerla. Ma Doom Lad sa di averla in pugno e di poterle chiedere sempre di più. Intanto l’ispettore serra le maglie del giro di sexting. Ha in mano una pedina importante, è a un punto di svolta. Non può sbagliare, ora che è vicino. E in un ritmo sempre più serrato il finale riserverà una sorpresa e il ribaltamento di ogni sospetto.
Se il freddo fa rumore
Due ragazzine che non si conoscono sparite misteriosamente dalla stessa cittadina di provincia.Un brutale omicidio senza spiegazione.Un groviglio di emozioni, sentimenti e relazioni dove niente è come sembra.L’ombra di intimidazioni e minacce e la paura di non sentirsi mai al sicuro.Un inquietante caso per il vicequestore Luciano Mauri e per la giornalista Lorenza Maj. In una solitudine che penetra nelle ossa. Proprio come il freddo.
RAPINA NELLA VILLA DEL SILENZIO
Se un cadavere chiede di te
Lorenza Maj fa la centralinista in una ditta di tessuti dopo aver tentato di lavorare come giornalista. Da sei anni è fuggita da una città che detesta, da una vita che l’ha delusa, da un marito che secondo lei non è mai stato tale. Ma un misterioso assassinio nel teatro del luogo che ha lasciato la costringe, suo malgrado, a farci ritorno. E a iniziare un’indagine che non è solo per stanare un omicida, ma anche per fare luce in se stessa e per cancellare un passato del quale, nonostante tutto, non è mai riuscita a liberarsi.
Bella gatta da pelare Mister Arturo Doil
Un avvocato che scrive romanzi rosa sotto pseudonimo femminile. Un bizzarro onorevole molto fuori di testa brutalmente ucciso da qualcuno che… non esiste. Un caso difficile e intricato che solo l’astuzia di una gatta naturalmente nera – può aiutare a risolvere. In un libro che è un thriller. Ma che si trasforma anche in una caccia all’assassino. O in una cena con delitto, grazie alle gustose ricette di cui è piena. E che trasforma in detective piccoli e grandi. E allora… buon appetit… no, cioè… volevamo dire… buona indagine!