MASSIMILIANO COMPARIN

INTERVISTA DA MARKETINGCAFFE

Anche il mondo dei libri si è dato all’unconventional, almeno nelle modalità distributive.

Oggi a Marketing Caffè abbiamo il piacere di ospitare Massimiliano Comparin, autore del bellissimo e avvincente romanzo I Cento Veli. Oltre a essere un giallo storico estremamente appassionante ed emozionante, l’opera prima di Massimiliano, che ha ricevuto già numerosi riconoscimenti da parte di critica e pubblico, ci ha incuriosito perché per una parte della distribuzione ha adottato una modalità che qui in Italia sta prendendo sempre più piede: il book crossing, ribattezzato per l’occasione book sharing, lasciando il compito alle persone di essere i principali vettori nonché i critici più credibili. Lasciamo ora la parola al nostro graditissimo ospite.

Ciao, Massimilano. Parlaci un po’ di te.

Ciao Antonella, questa sì che è una domanda aperta! In tutto quello che faccio cerco di parlare davvero poco di me. Nel blog del mio romanzo, I cento veli, su www.esserincomunicazione.it, non ho scritto una sola riga sull’autore del libro. Ti riporto ciò che abbiamo stampato in aletta di copertina del romanzo, a proposito dell’autore: Massimiliano Comparin è nato a Varese nel ’73. Vive e lavora tra Milano e Varese e questo è il suo romanzo d’esordio. Direi che è più che sufficiente.

I cento Veli è il tuo romanzo di esordio edito dalla casa editrice Nuova Editrice Magenta . Per la distribuzione avete scelto, però, una modalità decisamente non convenzionale: il book sharing. In Italia non ci sono esempi in questo senso e, dato il successo riscosso dal tuo manoscritto, avete, di certo, creato un precedente molto importante. Esiste il book crossing, un fenomeno decisamente in evoluzione, ma che vede impegnati i partecipanti nella liberalizzazione dei libri “allo scopo di poterne seguire il viaggio attraverso i commenti di coloro che li ritrovano”. Cosa c’è stato alla base di una scelta così coraggiosa? E quali luoghi e modi avete individuato per dare inizio a questo viaggio così avventuroso?

Scrivere un libro, pubblicarlo e farlo morire in un magazzino perché la gente non sa che esiste. Come fare per cercare di evitarlo? Questa a mio parere è una domanda importante. Non riguarda il guadagno economico, la volontà di vendere a tutti i costi (il romanzo è scaricabile gratis integralmente nel blog). Riguarda un altro concetto: questo libro esiste, ognuno è libero di scegliere se leggerlo oppure no e, per chi lo leggerà, di stabilire a proprio insindacabile giudizio se ne è valsa la pena. Compito mio e dell’editore è di mettere il maggior numero di persone possibile davanti a questa scelta. Abbiamo quindi stampato 500 copie in edizione limitata de I Cento Veli, che abbiamo distribuito gratuitamente. Queste copie sono state destinate a un’attività detta, un po’ impropriamente, booksharing, che potrebbe inquadrarsi nel filone bookcrossing (www.bookcrossing.com), liberalibri, libri in libertà ecc…, seppur con delle differenze sostanziali. Queste 500 copie, assolutamente identiche a quelle in vendita, hanno come sola differenza la quarta di copertina che riporta, al posto delle recensioni, il seguente testo:

“Caro lettore, questa copia è per te. Non è in vendita, è in tiratura limitata di 500 esemplari ed è un dono che noi, autore e casa editrice, desideriamo farti. In cambio ti chiediamo due cose: La prima, leggila. La seconda, donala a tua volta. Non rinchiuderla in una libreria, non gettarla, condividila con altri. Questa copia sarà viva fintanto che passerà, di mano in mano, attraverso molte mani, poiché un romanzo non è di chi lo ha scritto, ma di chi lo legge.”

La prima vera distribuzione (150 copie) è stata effettuata nel foyer del teatro di Varese in tre date, all’apertura degli spettacoli programmati. Ho consegnato personalmente ogni copia nelle mani di lettori, l’ho firmata nella prima pagina bianca e ho chiesto a ogni lettore di firmarla egli stesso e di farla poi firmare alla persona alla quale desiderava a sua volta donarla. Ogni copia, quindi, riporta un suo registro unico e autentico (ne ho riviste ultimamente alcune, riportavano una ventina di firme nelle prime due pagine bianche). La traccia delle mani attraverso cui è passata, la traccia del suo viaggio. Per me è stato un po’ come gettare tanti manoscritti, chiusi dentro bottiglie, in mare aperto. A questa prima distribuzione all’interno del teatro (che abbiamo scelto come location poiché, credo, il target dei “consumatori” di spettacoli teatrali si sposa molto bene coi lettori di romanzi. L’efficacia di questo tipo di distribuzione è legata infatti, oltre ovviamente alla qualità del romanzo, sicuramente anche alla minor dispersione possibile delle copie) sono state aggiunte successive distribuzioni a Milano, Roma e Trieste.

Qual è stato il punto di forza che ha decretato il successo de “I Cento Veli”?

Mah, Antonella… questa domanda te la rigirerei. Oltre a essere una donna di marketing, hai letto il romanzo e saresti sicuramente più credibile di me nel rispondere ;-). Il romanzo sta andando bene in termini di riscontri qualitativi (il libro ha vinto un premio internazionale, ha ricevuto ottime recensioni e bellissimi commenti dei lettori). L’attività di book sharing, infatti, comprendeva anche un’analisi del feedback, per quanto possibile. Nella quarta di copertina, sotto il testo che ho riportato, abbiamo stampato anche il mio indirizzo email e il dominio del blog. Ho ricevuto moltissime mail di lettori che, una volta terminato il romanzo, hanno deciso di scrivermi per trasmettermi le loro emozioni. È stata un’esperienza bellissima, emotivamente davvero coinvolgente. Ti racconto un aneddoto: qualche mese fa ricevo la mail di un lettore giunto in possesso di una copia di booksharing: la persona in questione è stata testimone, in gioventù di alcuni degli eventi tragici da me raccontati. Si tratta di una lettera bellissima, che ho riportato integralmente nel blog. La persona in questione si chiama Abdon Pamich ed è stato medaglia d’oro alle olimpiadi di Tokyo e portabandiera per l’Italia alle olimpiadi di Monaco, uno dei più medagliati atleti italiani, una vera istituzione. Per me è stata un’emozione fortissima. E sai perché? Non tanto o non solo per aver ricevuto una bellissima lettera da un monumento dello sport italiano, ma poiché questa persona, in calce, scrisse: “con stima, Abdon Pamich”. In quelle parole ho letto l’umiltà, che solo i veri grandi hanno, di uscire dal ruolo e, senza far pesare la propria condizione, di mettersi in gioco riconoscendo ad altri un valore. Quella lettera è stata una grande lezione di vita e non so oggi se altri atleti, anche meno importanti di lui, saprebbero fare altrettanto.

Per concludere questa lunga risposta, vorrei aggiungere ancora soltanto una cosa, ma molto importante. Attività di divulgazione come quella studiata per questo romanzo credo debbano essere portate avanti solo se si è realmente convinti della qualità dell’opera, altrimenti si trasformano in un boomerang tremendo (se ho fatto qualcosa di buono e lo dico a tutti, tutti sapranno che sono bravo. Se ho fatto qualcosa di pessimo e lo dico a tutti, tutti sapranno che sono un incapace). Da questo punto di vista, la regola capitale del lancio di un libro è la stessa che vige per qualsiasi altro prodotto: prima di tutto, la qualità.

Idealmente (almeno per me!) uno scrittore è colui che sa tradurre emozioni e stati d’animo di cui non si trovano “le parole per dirlo” e diventa, quindi, un punto di riferimento per l’anima. Qual è stato il tuo?

Capisco quello che intendi dire. In alcuni romanzi, mentre leggiamo vicende d’altri, troviamo dentro, raccontati noi stessi, le nostre emozioni, i nostri pensieri, le nostre gioie e paure e quasi ci viene da chiederci: ma l’autore sta parlando di me con me? La mia risposta è sì. Direi proprio di sì. Un buon romanzo è lo specchio dell’anima di chi lo legge, non solo di chi l’ha scritto. Tra i commenti che ho ricevuto non ne ho trovati due simili. Ognuno nel libro trovava cose diverse. In realtà, non leggeva. Si leggeva.

A oggi I Cento Veli è in ristampa. Il travolgente passaparola del book sharing dove l’ha fatto approdare e dove possiamo rintracciarlo?

Il libro, come ti accennavo, credo stia andando bene. Ti do una notizia in anteprima: in autunno (credo ottobre) verrà rilanciato da Baldini Castoldi Dalai Editore. Per me è una grandissima gioia e un onore. Si tratta della casa editrice di successi (Va’ dove ti porta il cuore della Tamaro, Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Brizzi, No Logo di Naomi Klein, Fuori e dentro il borgo di Ligabue, Io uccido di Faletti e tanti, tanti altri.

I SUOI ROMANZI

Il male accanto

Un viaggio, spietato e lucido, dentro il male, la sua seduttività e la sua allucinata follia. Le dichiarazioni del testimone di giustizia Antonio Zagari, rilasciate al magistrato Armando Spataro a metà degli anni ’90, costituiscono il fiume carsico che attraversa tutto questo, incredibile, romanzo. Dentro, s’incaglieranno le vite di tre ragazzi, Regiù, il Pera e il Ross, amici per la pelle e figli dello stesso cortile di un piccolo borgo del Nord Italia. Allievi ignari di un inconsapevole maestro che, a distanza di vent’anni, racconterà in controluce, assieme ai suoi terribili crimini, la loro storia.

I cento veli

Conosciamo davvero chi ci è vicino? Come restare fedeli alla nostra verità, se è la stessa verità a cambiarci? Come conciliare l’amore per i nostri simili e la coscienza della loro crudeltà? È lecito scordarsi del passato? E l’odio può essere una forma complicata d’amore?
Alessandro è un giovane rapace e irresistibile. Gaia, la sua ragazza, un giorno sparisce e con lei le certezze di Alessandro, che inizierà una drammatica ricerca. Tra Milano, Trieste e l’Istria I cento veli ci avvolge tra le sue spire proiettandoci in una vicenda amara e turbinosa, che affonda le sue radici nel passato, senza farci mancare disillusioni e aspri colpi di scena. Un’avventura che avvince e convince, ricca di personaggi indimenticabili, capace di interrogarsi con pragmatica ironia sul nostro tempo scomodo e problematico.

Econosofia. Per mettere in crisi la crisi 

Econosofia è la trasposizione su Ebook dello spettacolo messo in scena in diversi teatri d’Italia, promosso dal Consorzio PattiChiari e da varie Associazioni dei Consumatori.Il cappello di Babbo Natale (il consumismo sfrenato), un paio di boxer (la crisi economica) e un tablet (le nuove tecnologie) sono i veri protagonisti di questo testo, a loro volta interpretati da Aldo, sua moglie Barbara e l’amico di famiglia Charlie.
Grazie a Barbara, Aldo (sul lastrico, ormai ridotto in mutande) comincia a comprendere che gli aspetti economici e finanziari della vita di ciascuno di noi non sono eventi dominati da un destino cieco e crudele, che t’innalza all’estremo benessere o ti sprofonda nella più cupa indigenza.
Ciascuno ci mette del suo. Ciascuno di noi ha nelle mani una barra del timone e dovrebbe usarla consapevolmente. Massimiliano Comparin ci dà, con questo suo testo teatrale, una prova della sua poliedrica capacità di scrittura, con un felice tocco ironico che spesso sconfina in un gradevole umorismo sottotraccia, quasi ad alleviare la serietà del tema.“Piove, governo ladro!” Può darsi che talvolta le cose stiano così. Però è anche colpa tua che non hai preso l’ombrello.